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Bruto e il fantasma di Cesare incisione di Edward Scriven, da un dipinto di Richard Weston (1802). L'autore riceve la visita dell'editor, che gli indica i punti deboli della sua opera. |
Innanzitutto l'editor è un lettore dei vostri scritti e, cosa importantissima, non è condizionato a priori da un senso di simpatia e parzialità nei vostri confronti, come potrebbe fare un amico o un parente, pronto a passar sopra anche a svarioni grammaticali pur di elogiarvi e vedere il sorriso spuntare sulle vostre labbra. Ha dunque la necessaria lucidità di giudizio per affrontare la lettura dell'opera nel migliore dei modi, e proporre interventi correttivi al testo. Lo farà in maniera più o meno diplomatica a seconda del suo stile e carattere, ma siate pur sicuri che sarà impietoso nei vostri riguardi e non vi lesinerà nulla.
In secondo luogo l'editor è una sorta di ragioniere della pagina, colui o colei che segnala i punti dove la contabilità letteraria non torna. Che cosa voglio dire con questo? Intendo dire che l'editor indica dove la pagina zoppica per i più svariati motivi: ad esempio, dove lo scrittore si ripete inserendo una scena simile o un concetto già espresso, dove "tira via" con la scrittura quando dovrebbe sostare di più e approfondire, dove dovrebbe tagliare brutalmente una scena di cui magari è molto fiero, e dove invece dovrebbe arricchire e chiarire. Può segnalare anche scene assurde che non hanno nessun senso né psicologico né scientifico né tecnico. L'editor che si rispetti rivolta il manoscritto come un calzino, e può proporre anche degli spostamenti di carattere temporale nella sequenza del romanzo, per accrescere il senso di suspence e imprimere un ritmo più brillante alla narrazione. Propone persino i punti dove usare la prima persona anziché la terza, o dove sia meglio inserire un dialogo anziché una descrizione. Segnala, inoltre, tutte le incongruenze che affiorano nel testo: se il personaggio di Giorgio a pag. 5 ha i capelli biondi, perché mai a pag. 15 ha i capelli neri pur non avendo fatto nessuna tinta dal parrucchiere? Perché Maria a pag. 20 ha comprato uno yorkshire, che più avanti si trasforma in un alano? Ho fatto degli esempi banalissimi, ma vi assicuro che accade più spesso di quanto non si creda.
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Arazzo di Bayeux, i Normanni conquistano l'Inghilterra (1077) - Odo, arcivescovo di Canterbury, a cavallo... La scena potrebbe rappresentare l'editor e l'autore che si affrontano in singolar tenzone. |
Infine, penso che, trascorsa questa fase traumatica, l'editor potrebbe diventare un complice, o addirittura un amico. Siccome anch'io ho attraversato le fasi lettura-ragioneria-psicanalisi, essendomi sottoposta a mia volta come autrice al vaglio di editor, lo confermo con la massima enfasi. E, come nell'ultima scena del film "Casablanca" con Humphrey Bogart, potremo anche noi (gli autori) osservare l'aereo (l'opera letteraria) che ha preso felicemente quota nella nebbia con un bel pieno di carburante. E, rivolgendoci al capitano Louis Renault (il nostro editor) e allontandoci con lui fianco a fianco, potremo anche noi dire: "Louis, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia."
Mi è piaciuto molto questo post! Non ho mai avuto a che fare con un editor, ma in un certo senso posso dire che come figura incute anche a me una certa soggezione.
RispondiEliminaIl preconcetto deriva sicuramente dall'idea che ci si fa dell'editor come di qualcuno che "mette mano" a qualcosa da noi ritenuto sacro, ma ovviamente è un punto di vista sbagliatissimo. Io penso che se si ha fiducia nel suo giudizio, non si può far altro che condividere gli aspetti di cui parli e finire per considerarlo come un alleato e non un nemico.
Bellissima la scelta delle immagini :)
Grazie del tuo commento, animadicarta!
RispondiEliminaIn effetti bisognerebbe lavorare "insieme" all'editor e non "contro" l'editor, il tutto allo scopo di migliorare il proprio lavoro. Ad esempio, se penso alla prima versione magra de Il Pittore degli Angeli, e la confronto con quella attuale, posso solo dire che è nettamente migliorata dopo la revisione della mia traduttrice-editor. Poi naturalmente è tutto perfettibile a questo mondo. :-)