
Inoltre potete scaricare l'intera antologia gratuita in formato e-book cliccando sulla copertina che trovate nella colonna di sinistra del blog. Ci sono altri bellissimi racconti che vi terranno compagnia, ovunque voi siate.
Buona lettura!
Il gigante di nuvole e luce
Ero sulla cima di una collina, immerso nei fiori, il che prova come fossi di statura molto piccola: forse ero un nano o un bambino. Credo fossi un bambino, però, perché ora sono cresciuto fino a raggiungere la statura di un giovane. È possibile che avessi due anni al massimo, riuscivo a stare bene in piedi. Mi muovevo tra i fiori della primavera, incantato. A pochi passi di distanza, c’era la mia balia, Nathalie, che mi osservava sorridendo, con le mani infilate sotto il grembiule. D'un tratto, mi misi a strappare i fiori di campo per comporne un mazzo. Volevo farne dono a Nathalie, che aveva cura di me. Era l’unica che poteva farlo, oltre all'uomo che sentivo chiamare “conte Robert”, mio zio. Camminavo dunque tra i fiori a perdita d’occhio, e la mia veste sfiorava il terreno.

Poi, accadde qualcosa di stupefacente: la montagna innevata abbandonò le sue altezze, parve flettersi, scivolare a valle. S’era abbassato per arrivare fino a me. Teneva ora un ginocchio poggiato a terra e uno piegato e, sopra quello, aveva abbandonato le redini. Io, però, ora stavo guardando quel segno rosso – la croce di Cristo – che aveva cucita sul petto e sulla spalla sinistra del mantello, e pensai che si fosse fatto male. Allungai la mano e la appoggiai alla ferita sul petto; e, per lenire il dolore, gli regalai il mio mazzo di fiori.
A quel gesto, sorrise. Sì, ricordo ancora come sorridesse, in uno dei suoi rari sorrisi. Lo prese, mi ringraziò. Allargò quindi un braccio come per un invito ad accostarsi. Lo feci, e mi strinse contro il suo petto e la spada che portava colse un raggio di sole, brillò nell'aria.
Quel gigante di nuvole e luce, con la croce sanguinante sul petto, era un cavaliere templare: mio padre, Geoffroy de Charnay, uno degli ultimi comandanti del Tempio.
Quel gigante di nuvole e luce, con la croce sanguinante sul petto, era un cavaliere templare: mio padre, Geoffroy de Charnay, uno degli ultimi comandanti del Tempio.
Colui che voi, Philippe, avete fatto ardere vivo in questo Anno Domini 1314.
In pochissime battute ci hai portato dritti in un'altra epoca: complimentissimi!!
RispondiElimina(E grazie per la citazione)
Grazie mille, Tenar, in questo periodo poi sono in apnea con il Medioevo. Infatti sono reduce da un paio di conferenze sul tema. :-)
EliminaSì, proprio una bella sfida scrivere un racconto di 3000 battute spazi inclusi...eccome se l'hai vinta! Considerata la tua abilità anche nell'intessere scritti di 600 o 700 pagine, davvero niente ti spaventa :-)
RispondiEliminaGrazie, carissima. Questo microracconto è stato ricavato da alcune pagine scritte per il futuro (futurissimo, direi) romanzo sulla caduta dell'ordine Templare ambientato attorno al 1300. Non ti dico quanto l'ho tagliato e limato, mi piangeva il cuore. Però è stato molto istruttivo, impari a togliere davvero il superfluo, fosse anche la virgola inutile.
EliminaDavvero molto bello, complimenti!
RispondiEliminaGrazie, cara Elisa! Potrebbe essere anche questo un monologo? ;-)
EliminaE' molto evocativo il tuo modo di scrivere. Non mi piace molto leggere racconti, di solito, ma certe volte vengo trascinata dalle prime righe fino in fondo. Questo è uno di quei casi, perciò grazie. :)
RispondiEliminaGrazie del tuo commento sul blog. Per gli esperti, il racconto contiene anche un piccolo mistero in quanto i cavalieri templari seguivano le regole monastiche e quindi non potevano avere figli.
EliminaMolto potente e suggestivo nella sua brevità. Brava come sempre, Cristina.
RispondiElimina