Piccolo testamento
Questo che a notte balugina
nella calotta del mio pensiero,
traccia madreperlacea di lumaca
o smeriglio di vetro calpestato,
non è lume di chiesa o d'officina
che alimenti
chierico rosso, o nero.
Solo quest'iride posso
lasciarti a testimonianza
d'una fede che fu combattuta,
d'una speranza che bruciò più lenta
di un duro ceppo nel focolare.
Conservane la cipria nello specchietto
quando spenta ogni lampada
la sardana si farà infernale
e un ombroso Lucifero scenderà su una prora
del Tamigi, dell'Hudson, della Senna
scuotendo l'ali di bitume semi-
mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora.
Non è un'eredità, un portafortuna
che può reggere all'urto dei monsoni
sul fil di ragno della memoria,
ma una storia non dura che nella cenere
e persistenza è solo l'estinzione.
Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato
non può fallire nel ritrovarti.
Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
non era fuga, l'umiltà non era
vile, il tenue bagliore strofinato
laggiù non era quello di un fiammifero.
Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) è stato un poeta, giornalista, traduttore, critico musicale e scrittore italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975. La poesia è per Montale principalmente strumento e testimonianza dell'indagine sulla condizione esistenziale dell'uomo moderno, in cerca di un assoluto che è però inconoscibile.
"Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
(da Ossi di Seppia, 1925)
Ricordo di averla letta nel libro di italiano delle superiori.
RispondiEliminaBuona Pasqua.
Io invece non la conoscevo per nulla, me l'ha fatta conoscere una mia amica.
EliminaBuona Pasqua anche a te, Ariano!
Mamma mia, bellissima. Tutte allegorie che si adattano benissimo ai tempi foschi che il mondo sta vivendo oggi.
RispondiEliminaInfatti me la sono tenuta da pubblicare proprio in quest'occasione come poesia laica, ma quasi mistica in un certo senso. Poi ognuno può cogliere i riferimenti che meglio si adattano alla sua sensibilità.
EliminaIo la trovo struggente anche per l'affiorare della figura femminile, in special modo nei versi:
"Conservane la cipria nello specchietto
quando spenta ogni lampada
la sardana si farà infernale"
Approfitto per farti tanti auguri di Buona Pasqua.
Sì, anche il richiamo all'iride come unica cosa che può lasciare, la sua visione del mondo.Contestualizzando la poesia e in virtù della storia personale di Montale, ci vedo una forte denuncia sociale e politica: Questo che a notte balugina
EliminaRitratto di Jeanne Hébuterne
di Amedeo Modigliani, 1919
Collezione privata
nella calotta del mio pensiero,
traccia madreperlacea di lumaca
o smeriglio di vetro calpestato,
non è lume di chiesa o d'officina
che alimenti
chierico rosso, o nero.
In generale, come dici tu, struggente, un sempre grande Montale.
Ricambio di cuore gli auguri di Buona Pasqua.
Ops, nel copia e incolla è rimasto anche il testo descrittivo del quadro.
Elimina... che comunque ci sta bene! :-)
EliminaPer quanto riguarda la tua analisi, è proprio come dici. Infatti ho letto che il riferimento al "chierico rosso, o nero" indica le due diverse ideologie politiche che si combattevano ferocemente all'epoca.
A me piace molto cogliere anche la figura femminile, per quello ho messo il quadro di Modì con Jeanne, la giovanissima compagna che morì suicida dopo la morte del pittore.
Bella la poesia e bello il quadro di Modì. Buone feste Cristina!
RispondiEliminaGrazie, Ivano! Buone feste anche a te. A presto.
Elimina"Una storia non dura che nella cenere, e persistenza è solo l'estinzione"... che meraviglia! Grazie della tua opera di ampliamento dei miei orizzonti. :)
RispondiEliminaCiao, Grazia. Pensa che conosco bene Montale, ma questa poesia è stata un'autentica scoperta solo di recente.
EliminaSe sarà possibile, avrei l'intenzione di aprire il mio nuovo romanzo sulla Rivoluzione Francese proprio con il passaggio:
"Conservane la cipria nello specchietto
quando spenta ogni lampada
la sardana si farà infernale
e un ombroso Lucifero scenderà su una prora
del Tamigi, dell'Hudson, della Senna
scuotendo l'ali di bitume semi-
mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora."
Anche se te li ho fatto per email, approfitto per rinnovarti i miei auguroni di Buona Pasqua. :-)
EliminaPassaggio molto adatto e ricco di fascino. Buona Pasqua anche a te, e a presto sentirci. :)
EliminaA presto! :-)
EliminaDavvero bella! E non la ricordavo, anche se amo particolarmente Montale!
RispondiEliminaCarissimi auguri di Buona Pasqua ^_^
Ricambio gli auguri di Buona Pasqua a te, e naturalmente a tutta la "band" del tuo blog. :-)
EliminaPer me la sua testimonianza più struggente rimane:
RispondiElimina"Ho sceso dandoti il braccio un milione di scale
e ora che non ci sei più è il vuoto a ogni gradino."
Davvero stupendi anche questi versi. E' proprio vero che la poesia possiede una magia molto difficile da catturare. Non si può imitare.
EliminaVersi bellissimi e struggenti, grande Montale.
RispondiEliminaGrazie del commento, Giulia. Sono d'accordo su tutta la linea.
EliminaMontale è il poeta del XX secolo che da sempre prediligo. Unico.
RispondiEliminaAnche per me è lo stesso. La raccolta Ossi di seppia fu una folgorazione.
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