Veder cadere le foglie
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.
Nazim Hikmet
Nâzım Hikmet-Ran, in italiano spesso scritto Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1901 – Mosca, 3 giugno 1963), è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Definito “comunista romantico” o “rivoluzionario romantico” , è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna.
la caducità dell'essere in transito, di essere pieni di vita e perire nello scorrere del tempo. Chi osserva con il cuore quello che succede accanto a noi, vive con sofferenza, spesso incurante del proprio destino.
Hikmet è spesso rivolto al futuro come momento migliore del presente, apre una prospettiva ottimistica. In questo caso invece traccia con chiarezza il dolore per lo scorrere del tempo, nel momento in cui non è possibile viverlo con pienezza.
Saluti
Francesco
Ciao Francesco, benvenuto nel blog e grazie per il tuo commento. Mi è piaciuta questa poesia di Hikmet dedicata all'autunno, e vorrei leggere dell'altro perché l'ho sempre sentito nominare ma non lo conosco. Sarà la volta buona per approfondire.
Grazie per questa bella poesia che, tanto per cambiare, non conoscevo
E' bella, vero? Nonostante abbia un fondo di tristezza, su di me ha un effetto rasserenante.
Mi piace questo definire meglio l'immagine riga dopo riga. Grazie per il contatto che mi offri con la poesia. 🙂
… E sono le poesie semplici quelle più toccanti!
Che bella poesia, neanche io la conoscevo!
Sommessa e per niente retorica… ottima per essere interpretata! 😉
Bellissima poesia. Ottimo poeta. Di hikmet conosco "I tuoi occhi" altrettanto bella.
Grazie mille del commento. Ho recuperato la poesia che menzioni e che non conoscevo. La posto qua di seguito:
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all’ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d’Antalya,
sono cosi, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s’illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
Così sono d’autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà giorno, mia rosa, verrà giorno
che gli uomini si guarderanno l’un l’altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.