“La primavera” di Walter Crane (1883)

 

Io canto la canzon di primavera,
andando come libera gitana,
in patria terra ed in terra lontana,
con ciuffi d’erba ne la treccia nera.

E con un ramo di mandorlo in fiore
a le finestre batto e dico: Aprite,
Cristo è risorto e germinan le vite
nove e ritorna con l’April l’amore!

Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.

Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza;
io passo e canto che vita è bellezza,
passa e canta con me la primavera.

da Poesie e prose, Mondadori, 2020

 

 

Ada Negri (Lodi 1870 – Milano 1945) fu una poetessa italiana. Per vari anni insegnante elementare nella scuola di Motta Visconti (Pavia), in seguito nominata ad honorem professoressa di scuole medie a Milano, dove visse dal 1893. Fece parte dell’Accademia d’Italia dal 1940. La sua poesia attinge l’ispirazione soprattutto a motivi di umana solidarietà, dapprima in senso sociale (Fatalità, 1892, ecc.), con echi romantici e carducciani; poi in un senso più intimo ed elegiaco (affetti familiari, gioia, amore, dolore), con cadenze dannunziane o vagamente leopardiane (Maternità, 1904). Anche i libri di prosa (Le solitarie, 1917; Stella mattutina, 1921, romanzo, forse la sua opera migliore, ecc.) hanno carattere lirico-autobiografico. La sua vasta produzione è stata poi ordinata, a cura di B. Scalfi ed E. Bianchetti, in 2 voll.: Poesie (1948), Prose (1954).