Io canto la canzon di primavera,
andando come libera gitana,
in patria terra ed in terra lontana,
con ciuffi d’erba ne la treccia nera.
E con un ramo di mandorlo in fiore
a le finestre batto e dico: Aprite,
Cristo è risorto e germinan le vite
nove e ritorna con l’April l’amore!
Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.
Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza;
io passo e canto che vita è bellezza,
passa e canta con me la primavera.
da Poesie e prose, Mondadori, 2020
Ada Negri (Lodi 1870 – Milano 1945) fu una poetessa italiana. Per vari anni insegnante elementare nella scuola di Motta Visconti (Pavia), in seguito nominata ad honorem professoressa di scuole medie a Milano, dove visse dal 1893. Fece parte dell’Accademia d’Italia dal 1940. La sua poesia attinge l’ispirazione soprattutto a motivi di umana solidarietà, dapprima in senso sociale (Fatalità, 1892, ecc.), con echi romantici e carducciani; poi in un senso più intimo ed elegiaco (affetti familiari, gioia, amore, dolore), con cadenze dannunziane o vagamente leopardiane (Maternità, 1904). Anche i libri di prosa (Le solitarie, 1917; Stella mattutina, 1921, romanzo, forse la sua opera migliore, ecc.) hanno carattere lirico-autobiografico. La sua vasta produzione è stata poi ordinata, a cura di B. Scalfi ed E. Bianchetti, in 2 voll.: Poesie (1948), Prose (1954).
Una delle mie autrici italiane preferite, non come poetessa però. Io amo la sua prosa, che secondo me meriterebbe maggiore attenzione. Il romanzo autobiografico “Stella mattutina” racconta la sua infanzia nella povertà e la sua passione precoce per la letteratura con un un linguaggio tutt’altro che banale.
Molto spesso tra le produzioni di un autore che vengono definite minori si celano vere e proprie chicche. Mi segno questo romanzo autobiografico di Ada Negri, Ariano, che non ho mai sentito nominare in effetti. Già il fatto di aver vissuto un’infanzia povera ti dà un certa visione della vita.
La conosco attraverso i tuoi post. Questa poesia la trovo bella in linea con il senso di rinascita Pasquale e primaverile
Grazie del tuo messaggio, cara Giulia, e che la rinascita continui a operare nella nostra vita, sempre.
Stavo seguendo su “RaiStoria” un programma presentato da Paolo Mieli, dove si parlava di una donna nata pochi anni dopo metà ‘800, Amalia Moretti Foggia, una donna a dir poco geniale. Io, lo ammetto, non la conoscevo, nel corso dei miei studi, dal classico alla laurea, e neanche dopo, mi si era mai palesata in qualche modo. Ne sono rimasta affascinata, per tutto quello che ha fatto, per l’educazione liberale ricevuta in famiglia (cosa che a me non fu concessa), per il felicissimo matrimonio durato tutta la vita (e nemmeno questo mi è appartenuto). Andrò nella mia libreria per vedere se trovo qualche libro che me ne parli più diffusamente. A risentirci!
Dominetta Visconti
Buongiorno Dominetta,
e benvenuta nel blog! Per combinazione – ma non troppo – scrissi un articolo proprio su Amalia Moretti Foggia. Lo trovi qui se vuoi leggerlo: https://www.ilmanoscrittodelcavaliere.it/2017/03/galleria-di-grandi-donne-amalia-moretti/a> Ci sono anche dei riferimenti al libro “Le voci di Petronilla” che ti potrebbe senz’altro interessare, dato che vuoi approfondire l’argomento. Era davvero una donna notevole sotto tutti i punti di vista, concordo. A presto!