La Fiamma e la Rosa. Una storia d’amore nella Firenze dei Medici

SINOSSI:

Un visitatore dei nostri giorni entra in una chiesa e incontra la misteriosa Donna dell’Affresco, che gli narra una storia di amore e adulterio tra due giovani nella Firenze di Lorenzo de’ Medici. Siamo alla fine del Quattrocento, e la città è al culmine del suo splendore artistico e culturale. Firenze è però destinata a incupirsi con l’avvento del frate domenicano Girolamo Savonarola e della sua eresia, e lo stesso avverrà per le vicende dei due amanti. Alla fine del racconto, il visitatore comprende che quella storia antica lo riguarda molto da vicino…

-Versione del romanzo con opere artistiche in bianco e nero-

 

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ESTRATTO:
Nelle campagne fiesolane, il respiro dell’estate soffia con uguale intensità sulle file di contadini che mietono i campi e sulla brigata di cavalieri e donne che, uscendo dalla villa di Bernardo, va alla caccia. In essa, cavalcano affiancati Bianca e Guido, pronti a giocare l’ultima, decisiva partita con la stessa animosità di due mortali nemici.
Sulla scacchiera del prato, tutti i pezzi viventi s’allineano, e inizia la caccia col falco. Il rapace, scappucciato, spicca il volo dalla mano guantata, si libra nell’imprendibilità dei cieli. Rimane un attimo sospeso in aria, veleggiando, poi si lascia cadere con gli artigli protesi: in un turbinio di penne, il falco ghermisce la preda, e all’unisono si leva il grido dei cacciatori. Fra voli di uccelli e aeree risate, gli occhi di Bianca sono una fiamma che arde con maggiore o minore vivacità, e la gelosia di Guido diviene acuta e lacerante come la punta d’una freccia. Ma la partita prosegue, all’ombra delle fronde, sotto cui riposano i cacciatori, stanche pedine abbattute, e la mano di Guido si protende verso quella di Bianca, la sfiora, la stringe.
Culmina davanti alla villa, dal profilo squadrato di torre: la luce calante della sera allunga a dismisura le ombre dei cavalieri che tornano, carichi di selvaggina, e paiono contrapporsi, fra nuvole di polvere dorata, nell’ultima, disordinata battaglia.
Ed è la stessa luce, qualche ora più tardi, nel pergolato deserto, a illuminare Bianca e Guido, regina e re avversari, allacciati in un’identica mossa di vittoria.
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