Come tutti sanno, in Italia siamo ormai in piena campagna elettorale, e nelle nostre città, cittadine e paesi di varie dimensioni verremo afflitti dal sorgere di tabelloni con manifesti riproducenti le facce dei candidati che ammiccheranno verso di noi con i loro slogan.
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Mi sono quindi ricordata di un gioco che facevo qualche anno fa, quando accompagnavo mio figlio a scuola. Si passava vicino a molte file di tabelloni, e il gioco consisteva nell’indovinare dai lineamenti, dalla postura e dagli abiti, oltre che dall’impostazione del manifesto, a quale schieramento politico appartenevano i candidati senza guardare il simbolo. Erano naturalmente esclusi quelli più noti. Vista la giovane età del concorrente, si era deciso di non fare le cose troppo difficili e suddividere le facce in due macroschieramenti: destra (comprendente il centro-destra, la destra estrema e il cosiddetto centro) e la sinistra (comprendente il centro-sinistra e la sinistra estrema). Avevamo notato con gran divertimento che quasi sempre azzeccavamo la risposta, e quindi avevamo elaborato due categorie di facce e mezzibusti, come segue:
– Il candidato di destra: per gli uomini, aspetto estremamente solido, tarchiato, spesso a braccia incrociate come a conferire maggiore autorevolezza al soggetto. La capigliatura non è mai lunga o sotto le orecchie, anzi spesso i capelli sono cortissimi o rasati proprio fino a rendere il cranio lucido come una palla di biliardo (vi ricorda per caso qualcuno?). Se ci sono baffi e barba, sono ben regolati, magari con qualche concessione al pizzetto, ma niente di più. Gli abiti non vanno oltre completo di colore scuro, di preferenza blu, cravatta sobria, oppure il completo è a righe stile gangster. Per le donne il discorso si fa differente, perché hanno i capelli freschi di parrucchiere senza un capello fuori posto, visi accuratamente truccati, filo di perle, stile governante o professoressa. Per gli uomini del centro, spesso una faccia rassicurante, da “bravo ragazzo” o stile “il genero che tutti vorrebbero avere”, con sorriso a trentadue denti e taglio di capelli alla Geppetto. I colori del manifesto sono di solito sobri e per niente chiassosi. Gli slogan sono brevi, non particolarmente fantasiosi.
Honoré DaumierJoseph, baron de Podenasvers 1832buste en terre crue peinteH. 0.213 ; L. 0.205 ; P. 0.128musée d’Orsay, Paris, France
http://www.musee-orsay.fr/
– Il candidato di sinistra: per gli uomini aspetto un po’ più trasandato e sportivo, con capigliatura più lunga e poco pettinata, certo non rasata, maglione, camicia che spunta appena da sotto il maglione. (Potreste obiettare che le elezioni di solito si tengono in primavera o a ridosso dell’estate, eppure vi posso assicurare che i maglioni c’erano eccome.) Spesso il candidato indossa un paio di occhiali, che gli danno un aspetto da intellettuale. A volte ha un orecchino. Per le donne nessuna tenuta troppo formale, scarsità di trucco; difficile vedere una capigliatura di ordinanza da parrucchiere, nell’intento di dare l’impressione di genuinità. Non vi sono grandi differenze tra uomo e donna. I colori dei manifesti sono tutti pop, gli slogan all’insegna del giovanilismo. Il candidato di sinistra tende a sporgersi verso lo spettatore, come se volesse uscire pericolosamente dal manifesto per stringerci la mano, cosa che vorremmo evitare applicando una par condicio.
La cosa straordinaria è che sia per i candidati di destra che di sinistra vengono usate fotografie dell’età adolescenziale! E TUTTI sorridono come squali. Osservare per credere.