
La felicità aveva l’odore del vento e due ruote. Quelle della vecchia bicicletta scovata nel granaio e aggiustata dal nonno Fiorenzo, l’unico con cui sentisse un legame nella sua nuova famiglia.
Aveva ventun anni, un marito al fronte e un figlio nella pancia, che forse non avrebbe mai conosciuto suo padre. Le notizie che arrivavano dall’Abissinia erano contraddittorie e spaventose, da settimane non ricevevano lettere.
Maria Teresa imboccò pedalando la stradina che l’avrebbe condotta lungo le risaie fino alla cascina dove erano sfollati. Era riuscita a procurarsi due pugnetti di riso e raccolto erbe selvatiche lungo la strada, abbastanza per una minestra buona per riscaldare la speranza di tutti. Davanti al fuoco, avrebbero riletto ancora una volta le missive stropicciate del Carlo.
Si fermò un attimo a respirare nell’odore dei campi risvegliati dalla primavera. Il bimbo scalciò.
«Papà è vivo, lo so.» Riprese a pedalare, i pensieri svolazzanti di futuro.
Susanna Albertini
Nota dell’autrice: La ragazza della foto è mia nonna, che aspettava le lettere di mio nonno dall’Africa, incinta di mio padre.