Carissimi,

prima di chiudere il blog per la pausa estiva, riprendo con voi il filone dei dieci quadri da portare sulla mia isola deserta.

Ci eravamo lasciati a dicembre dello scorso anno con “Le due madri” di Giovanni Segantini (qui il link all’articolo), e quindi è ora di riprendere il nostro percorso artistico.

L’opera che vi propongo è “La culla” (“Le berceau”), un dipinto della pittrice francese Berthe Morisot, realizzato nel 1872 e conservato al museo d’Orsay di Parigi.

 

Il soggetto

Anche in questo quadro il tema è la maternità, vista in un ambiente borghese di fine Ottocento, e quindi molto diverso dal contesto contadino del quadro di Segantini. Eppure, l’opera esprime la stessa delicatezza e lo stesso profondo legame della madre con il figlio, in questo caso una figlia.

La pittrice raffigura la sorella Edma che siede accanto alla culla della figlioletta Blanche, colte in un momento d’intimità domestica. La giovane donna si appoggia al bordo della culla e guarda la piccola con espressione assorta. Con la mano destra avvicina a sé il velo che protegge la culla, che diventa quasi un prolungamento del suo abbraccio, una sorta di aura materna avvolgente. La neonata si intravede appena dietro il velo, e dorme beatamente, i lineamenti indistinti dietro la tendina. Sia Edma che Blanche vengono raffigurate con un braccio piegato.

La simbiosi tra madre e figlia viene accentuata dalle diagonali che spartiscono lo spazio, date dal lembo della tenda alla finestra, dalla caduta del velo che protegge la culla, e dallo sguardo che collega gli occhi aperti della madre con quelli chiusi della bimba.

I colori sono giustapposti in modo da esaltarsi a vicenda, così Edma indossa colori molto netti nel blu dell’abito, nel nastro nero al collo e nel fiocco nero che le raccoglie i capelli, mentre la zona dove c’è la bambina è contraddistinta da colori molto tenui viranti al rosa.

L’accoglienza del quadro

Berthe Morisot eseguì “La culla” nel 1872 a Parigi e la espose per la prima volta nel 1874, in occasione della celebre mostra degli Impressionisti, diventando di fatto la prima donna a far parte del gruppo.

Il dipinto ricevette pareri discordanti, e per lo più sollevò un coro indignato di critiche. La madre di Berthe, preoccupata, chiese allora un parere al vecchio maestro della Morisot, il quale proferì sdegnatissimo: «Quando entrai fui angosciato a vedere le opere di sua figlia in quell’ambiente deleterio».

La pittrice affrontò le critiche con dignità e seguitò a dipingere in seno agli Impressionisti. Tuttavia, non riuscì a vendere “La culla”, quadro che anche dopo la morte rimase nella sua famiglia, fino all’acquisizione nel 1930.

Una pittrice fuori dagli schemi

 Berthe era nata a Bourges nel 1841, ma la famiglia si era trasferita a Passy, nei pressi di Parigi, nel 1851. La città era il fulcro massimo dell’arte, e la casa dei Morisot era aperta ad artisti e letterati.

Berthe era cresciuta così in un ambiente molto stimolante dal punto di vista intellettuale, e tuttavia l’ambiente accademico era precluso alle donne, perché l’École des Beaux-Arts avrebbe aperto alle donne solo nel 1897. La ragazza imparò quindi i rudimenti della pittura dai genitori, e poi da due maestri, il neoclassicista Chócarne e il pittore romantico Guichard.

Con il tempo, fu presentata a colleghi pittori quali Puvis de Chavannes, Degas e Fantin-Latour. Fu cruciale per la giovane la conoscenza con Édouard Manet, con cui si stabilì immediatamente un rapporto di amicizia e stima.

«Trovo in lui una personalità affascinante che mi piace infinitamente», arrivò a confidare Berthe a una delle sorelle, mentre Manet rimase folgorato da quella «ragazza riservata e che parlava a voce bassa, sottile come un giunco, occhi neri e profondi, che amava vestirsi di nero e all’ultima moda e leggere romanzi in voga». Berthe ne divenne persino la cognata, sposando il fratello Eugène.

Nel 1873 si associò al movimento impressionista, fondando con Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir e altri artisti, la “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori ecc.”, e a questo gruppo di amici fu legata per tutta la vita. Fu ritratta innumerevoli volte dall’amico Manet, come nel quadro sopra, “Berthe Morisot con un mazzo di violette” del 1872, sempre collocato al museo d’Orsay, Parigi

Un romanzo per Berthe

“Le impressioni di Berthe” di Stella Stollo è un bel romanzo su questa pittrice, scritto nel 2018 ed edito da Graphofeel. Lo potete trovare sui maggiori siti online, come Amazon.

Stella era una mia carissima amica, che purtroppo ci ha lasciati qualche anno fa. Restano però i suoi libri, tra cui questo, di cui vi propongo la quarta:

Un romanzo ispirato alla vita della pittrice Berthe Morisot, la “maga dell’Impressionismo”. Nel marzo del 1896, a un anno esatto dalla morte di Berthe Morisot, viene organizzata la prima retrospettiva a lei dedicata, con 394 opere tra dipinti e disegni, dal gallerista Durand-Ruel. Per tre giorni gli amici più cari di Berthe, Renoir, Degas, Monet e Mallarmé, affiancati da Julie e da Edma, rispettivamente la figlia e la sorella della pittrice, lavorano senza posa per allestire l’esposizione. Mentre gli artisti discutono animatamente, in disaccordo sulla sistemazione ideale delle opere nelle sale della galleria l’attenzione di Julie viene attratta da alcuni quadri; rivive così la storia professionale e personale di Berthe, a cominciare dal suo primo incontro col grande artista Edouard Manet e dalla loro reciproca passione, fino al matrimonio della donna con Eugene, fratello del pittore.

Con questo è tutto, vi auguro di trascorre una buona estate e… ci rivediamo a settembre con molte novità.

 

Cristina M. Cavaliere