Concarneau, opus 221 (Tramonto, pesca delle sardine) di Paul Signac, 1891, olio su tela, MoMA, New York.
Dolce declina il sole.
Dal giorno si distacca
Un cielo troppo chiaro.
Dirama solitudine
Come da gran distanza
Un muoversi di voci.
Offesa se lusinga,
Quest’ora ha l’arte strana.
Non è primo apparire
Dell’autunno già libero?
Con non altro mistero
Corre infatti a dorarsi
Il bel tempo che toglie
Il dono di follia.
Eppure, eppure griderei:
Veloce gioventù dei sensi
Che all’oscuro mi tieni di me stesso
E consenti le immagini all’eterno,
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
(da “Sentimento del Tempo” di Giuseppe Ungaretti, 1935)
Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è stato un poeta, scrittore, traduttore e giornalista italiano, e uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo.
La sua poesia, inizialmente influenzata dal simbolismo francese, fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti da poche parole essenziali e da analogie a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta L’Allegria (1919); passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile.
Una terza fase della sua evoluzione poetica, segnata dal dolore per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere meditative dall’intensa riflessione sul destino umano. È stato considerato da alcuni critici come anticipatore dell’ermetismo.
Cristina M. Cavaliere



