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Quando osservo un’immagine particolarmente significativa – che si tratti di un quadro, una fotografia, un’installazione o una scultura – mi viene spontaneo pensarla come la copertina di un libro, forse per deformazione professionale. In questo modo mi rendo conto quanta forza contenga in sé e quanto un titolo possa potenziarla. Se necessario, la seleziono mentalmente per ricavarne un dettaglio.

Chi di noi, infatti, non viene attirato dal cappotto di un libro, cioè dalla sua copertina? Magari non conosciamo il contenuto, a meno che non si tratti di classici studiati a scuola, o libri che abbiamo già letto, ma siamo colpiti da ciò che si presenta sotto i nostri occhi, e in modo istintivo. Vorrei quindi proporvi una specie di gioco, cioè scegliere delle immagini e abbinarle a libri famosi, o che abbiamo particolarmente amato, per crearne

la copertina. 

Io sono partita dall’opera artistica, associandola al libro che ho letto; voi potete fare il contrario se preferite, partendo cioè da un libro e cercando un’immagine adatta. E, secondo me, non bisogna nemmeno essere intenditori d’arte; anzi, sarebbe meglio lasciarsi trasportare dalle proprie emozioni! Si tratta di un gioco associativo, e tale deve restare. Nel primo caso infatti il mio procedimento si è avvicinato molto al test delle macchie di Rorschach, un noto strumento per l’indagine della personalità. Probabilmente Sgarbi si straccerebbe le vesti per l’indignazione; ma dubito che Sgarbi possa leggere il mio post e darmi della “capra! capra!”: non sono abbastanza famosa.

Volete scoprire le mie sette bizzarre scelte? Eccole qua. Come prima cosa troverete sulla sinistra il titolo del romanzo e poi l’autore, e quindi l’opera d’arte. In questo modo potete provare a immaginare il tutto nell’ambito di una “vera” copertina, prima di passare al testo per scoprire di che cosa parla il libro e chi è l’autore dell’opera.


Buona visione e buona lettura!

                 Opinioni di un clown 
                           Heinrich Böll 

Il libro: Si tratta di un romanzo scritto nel 1963 dallo scrittore tedesco Heinrich Böll. La vicenda si svolge tutta in un arco temporale di circa tre ore nell’anno 1962. Hans Schnier è un giovane clown che vive a Bonn, città dove si svolge l’azione descritta nel romanzo. Dopo l’ennesima rappresentazione fallimentare, rientrato nel suo alloggio, Hans si lascia andare a una lunga commiserazione su se stesso e su ciò che più lo tormenta: l’abbandono da parte della donna con cui viveva, Maria. L’unione di Hans con Maria, fervente cattolica, era stata sempre osteggiata dagli esponenti dei comitati cattolici locali, e dalla sua stessa famiglia. Attraverso le parole di Hans, il romanzo offre uno spaccato sociale ed economico della Germania post-nazista, che dovette affrontare un lungo periodo di miseria economica e sociale, prima di avviare il processo ricostruttivo. Non solo, l’io narrante punta il dito contro il perbenismo e le ipocrisie religiose di coloro che osteggiano il suo legame fuori dai canoni prestabiliti.

L’opera: Per questo romanzo ho pensato di abbinare Il sorriso delle ali fiammeggianti di Joan Miró (1953), un artista catalano che fu tra i maggiori esponenti del Surrealismo. Le linee filiformi della composizione, l’uso delle forme, il riempimento con il colore di tasselli fluidi e ondeggianti, mi fanno pensare a una figura umana nella parte sinistra del quadro, con un vestito variopinto, e nella parte destra un cappello a cilindro con tasselli colorati, lanciato in aria. La macchia gialla interrompe la successione dei colori, e lo sfondo grigio spegne l’apparente allegria del quadro.

             I misteri della giungla nera 



                        Emilio Salgari

Il libro: Chi mi conosce un po’ sa quanto io abbia amato i romanzi di Emilio Salgari nella mia giovinezza, in quanto mi hanno permesso di vivere avventure entusiasmanti senza uscire dalle mie stanze milanesi. Cosa che, del resto, accadde anche allo scrittore, che fece un unico viaggio a bordo di un mercantile nel Mar Mediterraneo. Nella sua florida produzione, ho scelto I misteri della giungla nera, scritto nel 1887 e primo del cosiddetto ciclo indo-malese. Nel fitto della giungla, circondata da desolate paludi, fiumi e isolotti presso la foce del grande Gange (chiamata nel suo complesso Sundarbans), la sinistra isola Rajmanga ospita una pagoda nei cui sotterranei si nascondono i Thug, una setta sanguinaria seguace della dea indiana Kali. Guidati dal malvagio Suyodhana, tengono imprigionata una fanciulla di nome Ada Corisant, soprannominata “la vergine della Pagoda”. Tremal-Naik, un coraggioso indigeno innamorato della ragazza, cerca di salvarla con l’aiuto del suo fedele servitore Kammamuri, affrontandovi una lotta all’ultimo sangue contro gli adoratori della dea.

L’opera: L’abbinamento con un’opera di Henri Rousseau, Scout Attacked by a Tiger del 1904, mi sembra l’ideale, non trovate? Del resto anche questo artista, a somiglianza di Salgari, non vide mai una giungla, addirittura non uscì mai dalla Francia. Le sue composizioni sono caratterizzate da una semplicità primitiva, con figure umane poste in un paesaggio soverchiante dove esse diventano quasi dei dettagli. In questo caso, le gigantesche piante in primo piano sembrano aumentare a dismisura fino a trasformarsi in piante carnivore, mentre la vegetazione sullo sfondo crea una barriera insormontabile che impedisce la fuga. In quest’opera, uomini e animali diventano parte della natura che li circonda, e la scena dell’attacco viene comunque cristallizzata in una fissità fantastica e misteriosa. Esattamente come nel romanzo di Salgari!

       Notte oscura dell’anima
           Giovanni della Croce

Il libro: La Notte oscura dell’anima (da cui l’omonimo concetto spirituale prende il nome) è un trattato di teologia mistica dove si narra il viaggio dell’anima dalla propria sede corporea verso l’unione con Dio. Esso avviene durante la “notte”, che rappresenta le “avversità” e gli “ostacoli” che ella incontra nello staccarsi dal “mondo sensibile” per raggiungere la “luce” dell’unione con il Creatore. Vi sono diversi gradi in questa notte, che sono raccontati e descritti nelle strofe successive di una poesia. L’autore è Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Álvarez (1542-1591), un presbitero e poeta spagnolo, cofondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi insieme con Teresa di Gesù, o d’Ávila.
L’opera: Ho scelto questo quadro della Maddalena penitente di Caravaggio del 1594-95 proprio perché nel trattato teologico di Giovanni della Croce si narrano i passaggi successivi dell’anima che attraversa vari stadi di ricerca e purificazione per ritornare fino a Dio. Il culmine della purificazione, che coincide con la notte oscura di cui parla l’autore, è quello della consapevolezza acuta della propria indegnità e la sensazione dell’abbandono da parte di Dio stesso. Questa è solamente una sensazione, perché nel cristianesimo Dio non abbandona mai la sua creatura, anzi, la ama qualsiasi peccato commetta e fino alla fine; e tuttavia viene percepita come certa e reale. Giovanni della Croce descrive infatti questa condizione come una terribile, assoluta tenebra spirituale, un’oscurità che per alcuni mistici può durare a lungo, persino anni. Madre Teresa di Calcutta stessa la provò e ne parlò al suo padre spirituale con un senso di sgomento. Nel quadro, la Maddalena penitente è l’anima che, spogliata di tutti i suoi inutili orpelli, si affligge nella sua lontananza da Dio.
                  Le relazioni pericolose
       Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos


Il libro: Si tratta di un romanzo epistolare del 1782. Il romanzo narra le avventure di due libertini appartenenti alla nobiltà francese del diciottesimo secolo – la marchesa de Merteuil e il visconte di Valmont – ed è considerato uno dei capolavori della letteratura francese. Il visconte di Valmont, cinico seduttore, ha deciso di conquistare la castissima Madame de Tourvel e per farlo si avvale dei consigli della marchesa, sua ex-amante e abile manipolatrice di persone. Attraverso il visconte, la marchesa intende però mettere in atto una serie di vendette ben calcolate, dove una delle vittime sarà proprio il visconte. Oltre che uno scrittore, Choderlos de Laclos fu uno stratega militare e la sua creatura Valmont attua le sue fasi di corteggiamento riprendendole dalle strategie di assedio e conquista di stampo bellico. Non è un caso che si parli comunemente di turris eburnea per riferirsi a una persona, specialmente a una donna, di grande virtù. L’opera è tanto più geniale perché imperniata una serie di lettere, attraverso cui si coglie in pieno tutto lo spirito di un’epoca impregnata di dissolutezza e corruzione. Tanto per non dimenticarcene, ci troviamo alle soglie della Rivoluzione…
L’opera: Vi propongo qui The Love Missive di Carl Herpfer del 1875, un autore posteriore agli avvenimenti del romanzo e che non conosco. Nel quadro però la presenza della coppia, l’atteggiamento confidenziale e salottiero tra i due, la corrispondenza che giace in parte sul tavolo e in parte sul pavimento, l’ambiente riccamente arredato e gli abiti che testimoniano l’alto ceto sociale mi sembrano tutti elementi ad hoc. Quindi voto questo quadro per costituire una degna copertina del romanzo.

     Il berretto a sonagli
         Luigi Pirandello 

Il libro: Dopo alcuni romanzi, mi sembrava giusto presentarvi anche un pezzo teatrale. Il berretto a sonagli è infatti una commedia, scritta da Luigi Pirandello nel 1916. Il titolo si riferisce al berretto portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti. Come in molte opere di Pirandello, anche qui si gioca sul contrasto tra quello che accade dietro le quinte – l’adulterio – e le convenienze sociali che obbligano al silenzio e al “far finta di niente”. Tra i vari personaggi, di particolare rilievo è Ciampa, che ama la moglie e soffre, ma deve tollerare il suo adulterio con il cavaliere, cui egli è asservito. Memorabile è il passaggio in cui Ciampa spiega come sia costretto a difendere il suo prestigio sociale, il pupo, quel pupazzo con cui nascondiamo la meschina realtà di ognuno di noi, anche a costo di pagare un prezzo altissimo. Vidi questa commedia in tv con un Ciampa interpretato da un grande Eduardo De Filippo.
L’opera: Per la copertina di questa commedia, che è in realtà un dramma, ho scelto un quadro di James Ensor contenente le sue famose maschere. Il titolo del quadro è Il mio ritratto con maschere del 1936 in cui l’artista emerge da una marea di facce inespressive e rigidamente codificate. Tutte queste facce richiamano il carnevale, e quindi la comicità e il grottesco, esattamente come nella commedia di Pirandello tutto è insieme buffo e tragico. Mi colpisce inoltre il contrasto cromatico tra il pallore dei volti e il rosso delle bocche, del cappello e dell’abito. E chi sa se, lentamente, anche il viso dalle fattezze umane non finirà per assomigliare a una delle maschere che lo circondano…
                 Padre mio
                Alda Merini 

Il libro: Padre mio del 2009 è una raccolta di poesie appartenente alla fase mistica di Alda Merini, qui imperniata sul tema del padre sia come essere umano che come Dio cristiano. La poetessa riprende una figura ormai negletta e trascurata nella nostra società in favore dell’immagine materna, con tutti i risultati del caso. Come il Dio cristiano spesso risulta inaccessibile e lontano, così anche il padre umano si fa incomprensibile e straniero al figlio. Il padre è tuttavia ardentemente cercato, perché è soprattutto nel confronto con lui che diventa possibile scrollarsi di dosso l’eterno ruolo di figlio. La Merini non dimentica nemmeno l’importante figura del padre spirituale, richiamata da David Maria Turoldo, «un prete che diradava le tenebre, che accarezzava quelle carni rese putride dalla distanza, un prete che era la memoria».

L’opera: Margarita Sikorskaia è una mia recente scoperta, e mi piace proporvi l’opera Father come copertina della raccolta di Alda Merini, autrice di liriche impetuose e spesso carnali. Quest’artista russa è nata nel 1068 a San Pietroburgo. Le sue tele hanno molto spesso come protagonisti uomini e donne uniti dal legame dell’amore e della genitorialità. I grandi volumi dei corpi richiamano in qualche modo le masse di Botero, ma sono più avvolgenti di quelli dell’artista sudamericano. Nel quadro che ho scelto, ad esempio, è evidentissimo il contrasto tra il corpo immenso dell’uomo e quello minuscolo del neonato che egli tiene tra le braccia, ridotto a un fagotto luminoso; la posa protettiva, quasi accucciata, lo fa assomigliare a un animale che difende la sua prole. Se notate, però, non sembra stia guardando negli occhi il neonato, ma ha il viso leggermente abbassato, come se le sue emozioni lo stessero sopraffacendo. Lo luna in alto a destra, e il cielo stellato, donano alla scena qualcosa di ancestrale, da “notte dei tempi”. Per ammirare altre opere della Sikorskaia, ecco il link al sito della pittrice.
        Memorie di Adriano
       Marguerite Yourcenar 

Il libro: Memorie di Adriano è un romanzo francese della scrittrice Marguerite Yourcenar e pubblicato per la prima volta nel 1951. Il libro è organizzato in sei parti, tra cui un prologo ed un epilogo: prende la forma di una lunga epistola indirizzata dall’anziano e malato imperatore al giovane amico Marco Aurelio, allora diciassettenne e che poco dopo diverrà suo nipote adottivo nonché successore al trono. Publio Elio Traiano Adriano, l’imperatore romano del II sec., narra in prima persona la sua vita pubblica e privata e riflette su vari temi, tra cui i trionfi militari conseguiti, e il proprio amore nei confronti della poesia, della musica e della filosofia, e la sua passione verso il giovanissimo amante Antinoo.
L’opera: Mi piace rappresentare questo romanzo con una scultura di Igor Mitoraj, uno scultore polacco scomparso nel 2014. S’intitola Heros De Lumiere, è in marmo di Carrara e fu esposta dall’artista sin dal 1986. L’autore dello scatto è invece Andrew Dunn, 2004. Mitoraj utilizza le statue classiche, ma le taglia, le sgretola, le sfigura togliendo una parte di testa o, a volte, aprendo nel petto veri e propri sportelli. Sembra che il Tempo stesso si sia accanito su di loro, e molto spesso vengono collocate con grande suggestione in siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento, i Mercati di Traiano a Roma o più recentemente a Pompei. Nell’opera specifica che vi propongo, il volto ormai senza occhi si rivolge verso il cielo, come a interrogarlo inutilmente. Un pezzo di marmo è conficcato davanti, come fosse un perno per tenere ferma la figura oppure una scheggia dolorosa che non può essere in alcun modo cavata.
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Vi sono piaciute le mie copertine nuove di zecca? Avete voglia di partecipare anche voi al gioco creando altre copertine, anche per quelle dei vostri libri?


Aggiornamento:

Ivano Landi, titolare del blog Cronache del Tempo del Sogno, ha aderito al mio gioco associativo. Ecco il link al suo post dove ha personalizzato l’idea con l’abbinamento di sette splendide poesie ad altrettanto sette azzeccatissime opere d’arte.

La nostra libreria, e nello specifico Glò, ha aderito con la sua personale carrellata di opere e romanzi, e alcuni sono per me delle autentiche scoperte. Ecco il link per andare a curiosare!